Lc 1,1-4;4,14-21
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Qual era la condizione essenziale per poter riconoscere che Gesù era il Messia atteso da Israele? Sicuramente, sentirsi bisognosi di salvezza, di perdono e di redenzione. Perché coloro che si sentivano “a posto” – vale a dire gli scribi, i farisei, i dottori della Legge e i diversi “avversari” di Gesù presenti nelle pagine del Vangelo – non avrebbero mai riconosciuto Colui di cui pensavano di non aver alcun bisogno! Eppure il Cristo veniva anche per loro… E tu? Sei capace di riconoscere che sei nella condizione di profondo bisogno – perché reso cieco dalla cupidigia o dall’orgoglio e prigioniero delle catene del peccato, come ogni uomo segnato dalla colpa delle origini – e che soltanto accogliendo la grazia del Signore potrai ritrovare la vita vera e quella libertà piena e autentica che caratterizza l’esistenza dei figli di Dio? Ricordiamo l’insegnamento imperituro di Sant’Agostino (356-430), vescovo e dottore della Chiesa: “Dio, che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te” [Sermo CLXIX, 13]. Per essere salvati, occorre riconoscersi bisognosi di salvezza. E accogliere, con cuore aperto e animo sincero, il Salvatore che intende donarsi a quanti Lo riconoscono come tale.