Il 28 gennaio la Chiesa offre la memoria liturgica di san Tommaso d’ Aquino (1225 – 1274).
Nato nel 1225 diventa frate domenicano anche se la famiglia di nobili origini dei conti d’Aquino aveva pensato per Tommaso un destino diverso legato alla carriera militare o almeno a quella del funzionario di corte.
Si distingue subito per le brillanti doti intellettuali, diventa il maggiore esponente della cosiddetta Scolastica, cioè quella riflessione filosofica razionale sulla dottrina cristiana che viene innervata dalla filosofia aristotelica per offrire argomentazioni molto più forti in un momento in cui tante sono le eresie, tanti i dibattiti e le accuse portate alla dottrina cattolica.
Ma di san Tommaso d’Aquino, piuttosto che ricordare le opere e la Summa Theoligiae, mi piace ricordare un aneddoto che risale al 6 dicembre 1273.
Per comprenderne il valore dobbiamo premettere che questo genio non scriveva da sé le proprie opere. Quando infatti aveva ormai raggiunto i più alti livelli della sua carriera accademica ed era rinomato e conosciuto già dai suoi contemporanei come “Doctor angelicus”, usava dettare le proprie opere a quattro segretari in contemporanea.
La cosa è straordinaria se si pensa che alcuni grandi geni militari del passato – potrei citare Cesare o Napoleone come esempi – riuscivano a scrivere fino a tre lettere in contemporanea ai loro generali e ufficiali. Qui invece parliamo di quattro segretari e non soltanto di tre, e non solo non si trattava di lettere ma di trattati, compendi, e opere voluminose che il nostro dettava in latino, senza peraltro mai correggersi.
La Chiesa nell’esaminare poi le virtù eroiche necessarie per canonizzare Tommaso d’Aquino affermò che possedeva il dono della scienza infusa, quello che cioè conosceva non era tanto frutto del suo studio che pure era presente, ma frutto di una sapienza che Dio infondeva direttamente nel suo intelletto.
Con tutto questo il 6 dicembre 1273 mentre Tommaso si trova di fronte al Tabernacolo e contempla Gesù Eucaristico, ecco che nostro Signore gli appare realmente, lo guarda e gli dice: “Hai scritto bene di Me Tommaso”.
Immaginate la bellezza di sentirsi fare un complimento addirittura da Nostro Signore Gesù Cristo! Tutti quelli che scrivono articoli o libri non potrebbero chiedere di più! Pensate che bello se il Signore stesso potesse dire a chiunque di voi scrive: “Hai scritto proprio bene di me”, aggiungendo poi: “Chiedimi quello che vuoi”. E qui Tommaso dà una risposta che mostra come il suo genio fosse davvero insuperabile.
Immaginate cosa saremo stati tentati di rispondere noi se avessimo avuto come il “genio della lampada” pronto a soddisfare qualunque nostra richiesta. Forse avremmo pensato ai debiti della casa da finire di pagare, al mutuo, a un nuovo lavoro che vorremmo trovare, a qualche situazione affettiva o familiare che vorremmo risolvere, e l’elenco potrebbe essere lungo. Tommaso viaggia su un altro livello e immediatamente risponde alla domanda “Che cosa vuoi” con: “Signore, io voglio Te!”.
A quel punto si dice che Tommaso sia rientrato nel suo studio guardando tutto quello che aveva scritto e abbia detto “Tota palea est”, “E’ tutta paglia”, come dire che non vale nulla, congedando i suoi segretari senza scrivere più niente da quel pomeriggio.
Alcuni mesi dopo nel marzo del 1274 mentre è in viaggio per Lione dove si sarebbe celebrato l’omonimo Concilio ecumenico, muore improvvisamente. Possiamo dire che questa morte non è altro che la risposta concreta alla domanda che lui aveva fatto di incontrare il Signore. Potremmo chiederci perché a tre mesi di distanza: io immagino che nella sua benevolenza il Signore abbia voluto concedere l’opportunità a Tommaso di ben prepararsi per poterLo incontrare.
Penso dunque, che questo episodio ci renda caro Tommaso d’Aquino, che ci aiuti a comprenderne la grande santità e a capire come non era semplicemente un filosofo, uno scolastico o un erudito, ma un innamorato di Dio, un innamorato del Signore.
Che il Signore ci aiuti allora come Tommaso ad avere il desiderio anzitutto di studiare, di conoscere e di approfondire, perché più conosco Dio più lo posso amare, e di fronte ad alcune incombenze – come possono essere ad esempio gli esami di teologia delle Sorelline o gli esami dei corsi di studi superiori universitari di chi ci sta leggendo – non esitiamo a chiedere l’intercessione di Tommaso d’Aquino sapendo che certamente non farà mancare il suo aiuto a quanti chiederanno di poter conoscere maggiormente il Signore, per poterLo amare di più e per poter dire il loro “sì” deciso, e trovandosi in una condizione simile alla sua sentendosi chiedere “Che cosa desideri di più”, poter rispondere sicuri “Signore, io voglio te”.