La mattina del 21 aprile 2025, Lunedì dell’Angelo, arrivando a Roma per la settimana di esami e lezioni presso l’Università Pontificia della Santa Croce, abbiamo ricevuto la notizia della morte del Santo Padre papa Francesco.

Nell’Urbe romana, come nel resto del mondo, ogni chiesa elevava a Dio la sua preghiera accompagnata dal suono delle campane che ha poi lasciato spazio a un grande silenzio.

Abbiamo subito pregato per l’anima del papa e per la santa Chiesa che si trova ora a vivere un momento importante, ricordandolo quotidianamente – come già facciamo nel primo Rosario della mattina – nella preghiere dell’Ufficio delle Ore e nelle sante Messe.

Ogni giorno molti fedeli si sono recati presso san Pietro per pregare dinanzi al feretro di Francesco e affidare la Sua anima al Padre celeste attraverso le mani di Maria Immacolata a cui tanto lui si rivolgeva in vita.

Sabato mattina poi, abbiamo partecipato ai funerali in piazza san Pietro dove cardinali, sacerdoti e fedeli si sono riuniti per l’estremo saluto al Santo Padre.

Essere parte della Chiesa significa essere a Lei unita in ogni momento, sia di sofferenza che di prova, proprio come Gesù stesso ci ha insegnato.

Noi siamo chiamati ad amare la nostra Madre Chiesa e il papa che, come pastore e guida, ha su di sé grandi responsabilità per il bene della salvezza delle anime a lui affidate.

Allora, rispondendo all’invito della Madonna che tante volte ci ha chiesto di pregare per i suoi pastori, figli prediletti, facciamo nostre le parole dell’allora cardinale Joseph Ratzinger nell’omelia della Missa Pro Eligendo Romano Pontefice del 18 aprile 2005: “in questa ora, soprattutto, preghiamo con insistenza il Signore, perché […], ci doni di nuovo un pastore secondo il suo cuore, un pastore che ci guidi alla conoscenza di Cristo, al suo amore, alla vera gioia. Amen”.