At 2, 1-11
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

La Pentecoste è normalmente associata alla nascita della Chiesa, in quanto è il momento della discesa dello Spirito Santo sugli apostoli che, secondo la tradizione, erano riuniti in preghiera nel Cenacolo, insieme alla Madre di Gesù. Eppure, il Signore aveva già donato lo Spirito nel momento della Sua morte in croce (cfr. Gv 19, 30) – ai piedi della quale vi erano Maria e Giovanni, primo inizio del nuovo popolo di Dio: perché, dunque, una particolare importanza all’evento pentecostale? Che gli apostoli sapessero parlare in altre lingue non pare sufficiente a giustificare l’importanza che un simile fatto rivestì fin dalle origini del cristianesimo. Per comprenderne le ragioni, occorre guardare proprio alle prime pagine della storia della Chiesa, dove si vede con quale coraggio ed entusiasmo gli apostoli avessero accolto il “mandato missionario” del Signore, andando ad annunciare il Vangelo ovunque, senza timore di testimoniare fino al sangue, se necessario. Proprio quegli stessi apostoli che, nel momento dell’arresto di Gesù, avevano abbandonato il Maestro, fuggendo via. Tanto che, ai piedi della croce, come già ricordato, troviamo soltanto Giovanni, il discepolo “amato”, insieme alla Madonna. Da dove avevano preso, gli apostoli, tutto quel coraggio che era loro mancato nei giorni decisivi della Passione e Morte in Croce di Gesù? Esattamente dallo Spirito Santo che, disceso su ciascuno di loro con la pienezza dei Suoi doni – aveva donato in primis la sapienza e il coraggio necessario per testimoniare la fedeltà al Vangelo del Risorto.
E tu? Quanto preghi lo Spirito Santo nella tua giornata? Sei consapevole della Sua presenza viva ed efficace nella tua vita? Chiedi il dono dello Spirito quando sei chiamato a dare coraggiosa testimonianza della tua fede?