Gv 19,31-37
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

Dalla ferita del costato di Gesù escono sangue e acqua – simboleggiati nei raggi rosso e bianco che fuoriescono dal Cuore del Cristo nell’immagine della Divina Misericordia, realizzata secondo le visioni avute da Santa Faustina Kowalska (1905-1938) – come segno dei sacramenti, rispettivamente, dell’Eucaristia e del Battesimo, costitutivi della Chiesa quale Corpo Mistico di Cristo. Come a dire: la Chiesa come istituzione sacra nasce in pienezza nel giorno della Pentecoste, quando sulla comunità apostolica riunita nel Cenacolo discende lo Spirito Santo nella pienezza dei suoi doni; tuttavia il primo gesto fondativo è questa fuoriuscita di sangue e acqua dal costato di Gesù, come se la Chiesa, Sposa di Cristo, fosse tratta dal Suo divino costato, a ricordo della “figura” biblica di Eva tratta da costato di Adamo. Un primo inizio della Chiesa, dunque, che trova conferma ancora nelle Parole pronunciate da Gesù prima di esalare il Suo ultimo respiro in croce – “Padre, nelle Tue mani consegno il mio Spirito” –, laddove, morendo, il Cristo dona lo Spirito Santo, dalla croce, per poi donarlo ai Suoi apparendo loro, Risorto, la mattina di Pasqua e, ancora, come già ricordato, nella festa di Pentecoste. Questo mistero, nella sua meravigliosa complessità, sia sempre presente al nostro cuore quando consideriamo la profonda, intima e sponsale relazione tra il Signore e la Sua Chiesa.