Il 28 aprile la Chiesa fa memoria di Santa Gianna Beretta Molla (1922-1962): donna, fidanzata, sposa e madre meravigliosa e forte che, nella sua scelta in favore della creatura che portava in grembo, ha saputo ascendere alla vetta dell’amore più grande che Gesù le ha indicato. Così la ricorda suo marito, l’ingegnere Pietro Molla.

Santa Gianna ha vissuto in pienezza un’esistenza che, considerata come dono meraviglioso di Dio, l’ha portata a farne generosamente dono a sua volta; sull’esempio di Gesù che “avendo amato i suoi… li amò sino alla fine (Gv 13,1)”, ella ci testimonia, con la propria vita e il proprio sacrificio, che solo chi ha il coraggio di donarsi totalmente a Dio e ai fratelli realizza sé stesso.

La comunità di discernimento vocazionale delle Sorelline sa bene che la prima vocazione di ogni battezzato è la santità: a questa chiamata vuole anzitutto rispondere chi si interroga sulla propria vocazione. Ciascun uomo è voluto da Dio in sé e per sé perché in ciascun concepimento umano si ottiene una vera novità dell’essere, un atto per il quale Dio è in rapporto con la nuova e irripetibile persona e aspetta la sua risposta. Sì, perché ogni persona umana ha una relazione particolare con Dio: Egli non è presente in ogni uomo solo come Creatore, che mantiene la persona in vita, ma come Colui che ama l’uomo e lo chiama a un rapporto d’amore. Questo appello divino è rivolto a tutti e nella risposta di ciascuno, e nell’adesione totale della nostra volontà al Suo progetto d’amore per noi, sta il raggiungimento della santità.

Come diceva Santa Gianna: “dal seguire bene la nostra vocazione dipende la nostra felicità terrena ed eterna”.

Ella infatti ha perfettamente risposto e aderito a questo progetto di amore che Dio aveva per lei. Quando scrisse al fidanzato, esprimendo il desiderio di donarsi totalmente per formare una famiglia veramente cristiana, manifestò la volontà di suggellare l’impegno del fidanzamento con un triduo di sante Messe e comunioni; a questa richiesta Pietro, il futuro marito, aderì immediatamente. Entrambi erano infatti consapevoli che offrendo tutto a Dio per primi, cercando la Sua santa volontà nel momento presente e rimanendo attaccati ai Sacramenti, si permette al Signore di svelare premurosamente il Suo disegno su di noi.

Gianna si affidava con umiltà a Dio: “Signore, tu che vedi i miei sentimenti e la mia buona volontà, aiutami a diventare una sposa e una madre come Tu vuoi e come anche Pietro lo desidera”.

Preghiera, attesa, preparazione e sacrificio sono strumenti per discernere la vocazione di Dio per noi e, una volta scoperta, poterla vivere con entusiasmo, gratitudine e dono totale di sé.

Pochi giorni prima del matrimonio, Gianna scrisse al futuro marito: “L’amore è il sentimento più bello che il Signore ha posto nell’animo degli uomini”.

Se ci chiediamo come vivere questo amore nel proprio ambito e stato di vita, ricordiamoci che Gesù ce lo dice: “Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi (Gv 15, 10-12)”.

Vogliamo concludere con la preghiera che Giovanni Paolo II fece in occasione della beatificazione della Santa: “Possa la nostra epoca riscoprire, attraverso l’esempio di Gianna Beretta Molla, la bellezza pura, casta e feconda dell’amore coniugale, vissuto come risposta alla chiamata divina!”.