Il “segno di Maria” che esamineremo questa volta ci porta a Fatima, un villaggio situato al centro del Portogallo, a circa 125 km a nord di Lisbona. Anche se il nome che è tanto caro alla devozione popolare è proprio quello di “Fatima”, i fatti che andremo a esporre non si sono svolti precisamente là, bensì in una limitrofa località denominata Cova da Iria.

Partiamo dunque dai fatti, riassumendo quanto noto a tutti: il 13 maggio 1917 la Vergine Maria si presenta come “Regina del Santo Rosario”, apparendo a tre pastorelli del posto: Lucia dos Santos, Francesco e Giacinta Marto, rispettivamente di dieci, nove e sette anni. In tutto ci saranno 6 apparizioni, il 13 di ogni mese, fino a ottobre del 1917 (ad eccezione di agosto, allorché la Vergine apparve ai pastorelli il 19 del mese). Prima di queste apparizioni, i tre fanciulli avevano ricevuto una sorta di preparazione tramite apparizioni da parte dell’Angelo della Pace. Al termine delle apparizioni della Vergine, i ragazzi si trovano a custodire messaggi e segreti di importanza mondiale, facendosi portatori di uno specifico invito da parte della Madonna: occorre pregare il Santo Rosario e fare penitenza per la conversione dei peccatori, in particolare per la Russia. Nello svolgersi dei fatti, in quel 1917, si assiste a un concorso sempre maggiore di folle, fino al notissimo miracolo del sole che contraddistingue l’ultima apparizione, il 13 ottobre 1917, e avviene dinnanzi a circa 70.000 fedeli.
Dopo un approfondito esame dei fatti, le apparizioni vengono riconosciute come autenticamente soprannaturali nel 1930. Questo dà ulteriore impulso alla edificazione del complesso sacro che comprende una basilica maggiore, intitolata a Nostra Signora di Fatima, e alcuni conventi.
Il 13 maggio 2000 Giovanni Paolo II a Fatima ha beatificato Francesco e Giacinta, morti rispettivamente nel 1919 e nel 1920, i quali sono poi stati canonizzati da papa Francesco nel centenario delle apparizioni, il 13 maggio 2017. Lucia, entrata nel 1925 nel convento della Dorotee, si trasferisce nel 1948 nel monastero di Coimbra. Suor Lucia è morta nel 2005: il processo per la sua beatificazione si è aperto nel 2008 e nel 2023 è stata dichiarata “venerabile”.

Seguendo il criterio evangelico del “vieni e vedi”, vi invito a seguirmi in questo particolare pellegrinaggio spirituale verso Fatima, raccontandovi quanto ho visto quando mi ci sono recato, insieme ad alcuni amici, alcuni anni or sono. Anzitutto bisogna precisare che il cuore del complesso sacro, che negli anni è venuto ampliandosi notevolmente, è la Cappellina delle Apparizioni. In essa si venera la statua che è opera dello scultore José Ferreira Thedim e che è fatta in legno, precisamente con cedro proveniente dal Brasile, misurando 1,10 mt di altezza. Posta nella cappellina il 13 giugno 1920, nel corso delle celebrazioni solenni è incoronata con una corona, arricchita da perle e pietre preziose – offerta il 13 ottobre 1942 dalle donne portoghesi come ringraziamento per al mancata inclusione del Portogallo nel secondo conflitto mondiale. In essa è incastonata la pallottola che, utilizzata per colpire il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II nel corso del fallito attentato del 13 maggio 1981, fu offerta dallo stesso Santo Padre come ringraziamento alla Regina della Rosario per la protezione accordatagli.

Se la cappellina è il cuore del santuario, non si può però trascurare la basilica vera e propria. Iniziata nel 1928, fu consacrata il 7 ottobre 1953. All’interno ospita 15 altari, dedicati ai 15 misteri del Santo Rosario, come omaggio alla dedicazione alla Regina del Rosario. Il santuario ospita le tombe di Giacinta, Francesco e Suor Lucia.

A tre km circa dalla basilica è possibile ripercorrere il cammino dei pastorelli, rivivendo le atmosfere e i luoghi dell’epoca, immergendosi nella campagna – brulla e sassosa – limitrofa al complesso sacro del santuario. La povertà del luogo è una ulteriore conferma di come la Madonna scelga davvero le persone e le situazioni più umili per rivolgere i suoi messaggi d’amore all’umanità…

Questi i tratti principali del santuario, in sintesi. Proviamo ora a ripercorrerne in dettaglio alcune tappe dei fatti, per cogliere il cuore del messaggio che, consegnato al popolo portoghese in quel 1917, tocca ancora noi oggi.
Ci troviamo dunque in Portogallo, come già ricordato, e nel 1917 la Madonna appare a tre pastorelli – Giacinta, Francesco e Lucia – consegnando loro messaggi e segreti. Prima di esaminare più da vicino quelli che sono i testi che hanno per noi forse l’interesse profetico più elevato, cioè i segreti di Fatima – o, meglio, il segreto, suddiviso poi in tre parti, che sono state rivelate dalla Chiesa in diversi momenti storici –, vorrei però partire da una parte del messaggio pubblico che ritengo carico di valore profetico. Quando pensiamo a Fatima abbiamo infatti presente il messaggio della Vergine, fatto di richiamo alla conversione, alla penitenza, al sacrificio per i peccatori, alla preghiera, e tutto questo in perfetta continuità dalle apparizioni mariane della Medaglia Miracolosa, a Rue du Bac (1830), in avanti. Però non dobbiamo dimenticare che prima delle apparizioni del 1917 i pastorelli ricevono un dono particolare, quasi di preparazione, che è la visita dell’Angelo della Pace, nel 1915, cui già abbiamo accenato. Questo Angelo comunica loro una preghiera che credo possa anticipare, svelare, quello che sarebbe stato poi tutto il secolo avvenire: “Mio Dio, credo, adoro, spero e vi amo, domando perdono per tutti quelli che non credono, non adorano, non sperano, e non vi amano”. Ecco, in questa piccola Preghiera, che più volte i pastorelli fin da allora useranno ripetere, sembra quasi adombrarsi il rischio della perdita della fede, che sarà poi un segno distintivo del periodo del combattimento escatologico e dello scatenamento del male.

Quanto sia rischiosa la perdita della fede lo si capisce poi semplicemente richiamando alla memoria l’esortazione evangelica di Gesù: “Se non vi convertite, perirete tutti” (Lc 13, 3). Questo drammatico ammonimento lega una catastrofe spirituale (la mancanza di conversione) ad una catastrofe materiale (la morte), come espressione non tanto del potere punitivo del Signore – che domina la storia e il mondo – quanto piuttosto della sua misericordia: se infatti il male non fosse sanzionato da conseguenze negative, ecco che ciascuno di noi si sentirebbe ancora più attratto dal peccato, scivolando in breve verso la perdizione eterna.    A Fatima, dunque, l’Angelo ci esorta a fare attenzione all’ateismo, alla perdita della fede, all’apostasia, poiché creano le premesse che ci han portato prima a due conflitti mondiali e, ora, al pericolo dell’autodistruzione. È dunque nell’ottica spirituale che vanno compresi i fatti del mondo e le possibili conseguenze materiali: in fondo l’Angelo della Pace annuncia proprio il rischio della perdita della fede, ponendo subito al centro quella che è la questione decisiva, cioè il conservare la fede.

Credo che, nella stessa ottica, le tre parti del segreto di Fatima mettano in evidenza proprio quelle che sono le conseguenze di ordine spirituale più importanti. Cominciamo dunque col presentare la prima parte di questo segreto, che è la visione dell’Inferno. Scrive dunque Suor Lucia:

<<La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento. E grazie alla nostra buona Madre del Cielo, che prima ci aveva prevenuti con la promessa di portarci in Cielo (nella prima apparizione), altrimenti credo che saremmo morti di spavento e di terrore>>.

Si tratta di un drammatico richiamo al rischio estremo che si corre nel continuare da impenitenti a perseverare nella via del male. Un rischio che è tanto maggiore se si considera come oggi sia mancante, in certa parte della Chiesa, una specifica catechesi sull’inferno che sia teologicamente fondata, rispettosa delle parole di Cristo e dei pronunciamenti dei Concili e del Catechismo della Chiesa Cattolica. Ci sono autorevoli Vescovi che hanno dichiarato che su questo punto si parla troppo poco, e giustamente, mentre dalla parte opposta abbiamo una sorta di contro-catechesi ad opera di teologi e predicatori che tendono a eliminare l’Inferno dalla prospettiva della teologia. Se dovessimo parlare di una odierna “lobby anti-infernista”, potremmo dire che essa si esprime non sempre in attacchi espliciti al dogma dell’Inferno, limitandosi a volte a seminare dubbi, insistendo sul fatto che non possiamo dire quanti o chi siano all’inferno. Se questo è vero, è però indubitabile che la via che percorrono quelli che vanno all’Inferno sia molto larga, come dice il Signore. Allora, potremmo anche mettere in dubbio che Giuda, per fare un caso estremo, sia all’inferno – benché le parole del Vangelo: “sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato” (Mt 26, 24) siano tali per cui io non vorrei mai essere nei suoi panni. Ma non possiamo dubitare che all’inferno ci siano degli uomini, oltre ai demoni, secondo quanto dice Gesù stesso: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli” (Mt 25, 41). Negare questa certezza di fede significa oscurare la verità, ecco perché è una grave colpa passare sotto silenzio al realtà dell’inferno. Neppure si dovrebbero tacere le condizioni per cui si va all’Inferno, perché il Catechismo della Chiesa Cattolica dice chiaramente che uno che muore impenitente, anche con un solo peccato mortale, non si salva. Ma deve essere ben chiaro cos’è l’impenitenza: essa consiste nel rifiuto radicato della Divina Misericordia per cui anche all’ultimo istante si resiste all’amore di Dio, scegliendo l’Inferno.

“Molte anime vanno all’Inferno, perché non c’è nessuno che prega per loro”: Maria ci dice che proprio questo oscuramento della verità sull’Inferno allarga la via delle anime che vanno all’Inferno, perché non ci si prepara più al combattimento spirituale, non si prega più perché la gente non vada alla perdizione eterna. Questo severo ammonimento sulla realtà dell’Inferno contraddistingue le moderne apparizioni mariane poiché questo è in particolare il tempo in cui le anime vanno all’Inferno. Come ha detto Giovanni Paolo II, il mondo d’oggi rischia il peccato dall’impenitenza finale, perché dicendo che non c’è Dio, oscurandosi la Fede, dicendo che non c’è il peccato, dicendo che l’Uomo è padrone del mondo, uno muore impenitente, muore senza chiedere il perdono dei peccati. Questo non succedeva nel Medioevo, quando c’era la fede, quando c’erano grandi peccatori, ma anche grandi penitenti, perché comunque il peccato era rischiarato dalla fede: c’era la malvagità ma comunque sotto il cielo della fede che portava alla Penitenza. Oggi invece c’è la malvagità sotto il cielo dell’incredulità che porta all’impenitenza e quindi al pericolo dell’Inferno: ecco perché la Madonna sottolinea così fortemente la presenza dell’Inferno, ripetendo all’uomo che un mondo senza Dio significa che non c’è né felicità, né salvezza eterna, ma anzi porta con sé l’inferno già su questa terra.
Il silenzio sull’Inferno fa parte di quel falso profetismo che viene denunciato da Gesù nel Vangelo e che in fondo rappresenta un volto dell’inganno Satanico, una parte dell’Impostura anticristica. Lo ha capito bene Giovanni Paolo II quando ha detto: “L’umanità è giunta al bivio della vita e della morte”; in fondo è quello che diceva anche la Madonna a Fatima. Nell’attuale momento storico, ritengo che l’umanità abbia scelto decisamente la via della morte, perché ha scelto la via dell’incredulità, e su questa strada rischia l’autodistruzione. La Madonna a Fatima evidenzia dunque quella che è la sua più grande preoccupazione, cioè che noi viviamo il tempo dello scatenamento Satanico, in cui molte anime rischiano la perdizione eterna. Il drammatico paradosso è che siamo in tempi in cui l’Inferno rischia di riempirsi, mentre mai come in questo tempo si è detto che l’inferno, se c’è, è vuoto!

In questo momento di grave rischio di dannazione per l’umanità, credo che un ruolo importante giochi proprio l’invito della Madonna a fare molta attenzione perché l’Inferno ce lo costruiamo già noi su questa terra. A questo proposito penso che la seconda parte del segreto di Fatima sia illuminante, perché fa capire le conseguenze del peccato degli uomini. Scrive infatti Lucia:

<<In seguito alzammo gli occhi alla Madonna che ci disse con bontà e tristezza: Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire (è vero, termina infatti nel 1918, NdA); ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il Pontificato di Pio XI (che sarà Papa dal 1922, dopo Benedetto XV, NdA) ne comincerà un’altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta (il cielo rosso fuoco visibile nella notte tra il 24 e 25 gennaio 1938, NdA), sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace>>.

È un messaggio dal grande valore profetico, anche per l’effettivo riscontro storico delle predizioni in esso contenute. La Madonna non si limita a svelare il combattimento escatologico, ma ne indica, diciamo così, anche i protagonisti: abbiamo la Russia da una parte, il Santo Padre dall’altra. E ne indica anche le fasi e gli eventi, entrando addirittura in particolari – ad esempio nominando Pio XI quando ancora non si sapeva che Achille Ratti avrebbe assunto tale nome salendo al soglio pontificio nel 1922, dopo Benedetto XV – che hanno uno straordinario valore profetico e ci fanno capire il profondo dominio del futuro da parte di Dio, oltre a costituire un elemento di veridicità di queste apparizioni.

Vorrei però mettere in rilievo il tema del castigo divino, su cui spesso si corre il rischio di pericolosi fraintendimenti. Quando la Madonna dice che Dio punirà il mondo per mezzo della guerra, non dobbiamo dimenticare che sono gli uomini all’origine di ogni conflitto armato. La guerra dunque è un castigo di Dio nel senso che è causata dall’uomo che, rifiutando Dio, cade in preda all’odio e alla malvagità. Il Cielo vuole evitare questa guerra, per cui la Madonna profetizza: “Se non vi convertirete, ci sarà una guerra”, preannunciando le conseguenze del peccato e dell’impenitenza. La Vergine non si limita a mettere in guardia l’umanità del rischio che sta correndo, ma offre altresì la possibilità di evitare la guerra attraverso la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato. Ecco, avremmo potuto evitare la seconda guerra mondiale se la Russia si fosse convertita, e non perché Dio avrebbe arbitrariamente sospeso il corso delle vicende umane, ma perché questo riavvicinamento degli uomini a Dio avrebbe di per sé impedito l’esplosione del conflitto. Confrontando gli avvenimenti di allora con i nostri tempi, dobbiamo rilevare che il segreto di Fatima si colloca in un tempo in cui non c’è ancora l’odierna potenza atomica, per cui la Seconda Guerra Mondiale si è fermata proprio allo scoppio di due bombe atomiche, evitando però l’autodistruzione del mondo. Oggi invece, se ci fosse un’altra guerra globale sarebbe l’ultima, sarebbe la fine del mondo.

Se non si deve tacere la drammatica prospettiva che abbiamo appena presentato, occorre però non dimenticare il contesto in cui emerge la consapevolezza di questi rischi: è la Madonna che è venuta a Fatima ad avvisare l’umanità – mettendola in guardia dalla prospettiva di una seconda guerra mondiale, ma dicendo anche chiaramente che il rischio vero è l’inferno, cioè la morte eterna. Se poniamo mente al fatto che la Vergine, per comando di Dio, si è presentata agli uomini per svelare il piano di Satana – cioè il condurre l’umanità all’autodistruzione materiale e spirituale attraverso la ribellione e il rifiuto di Dio – non possiamo non sentirci confortati: la Madonna è qui per avvertirci, per guidarci fuori dalle sabbie mobili, conducendoci sicuri al porto della salvezza. Con questa speranza noi camminiamo, sempre pronti comunque alla conversione, alla testimonianza, alla resistenza della fede fino al martirio.

Giungiamo così alla terza parte di questo segreto, che è quella che forse ha suscitato più discussioni e polemiche in passato, perché forse più ricca di elementi profetici. Seguiamo dunque insieme quanto scrisse Suor Lucia in merito:

<<Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti un Vescovo vestito di Bianco – abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio. (Tuy, 3-1-1944)>>.

Quando si parla del terzo segreto di Fatima credo che si debba tener presente quello che aveva detto nel 2000 Giovanni Paolo II, quando fu svelato il terzo segreto. Quel giorno, era il 13 maggio, si teneva la celebrazione per la beatificazione di Giacinta e Francesco. Dinnanzi alla piazza del santuario, gremita di pellegrini, il Card. Sodano enunciava i contenuti fondamentali del terzo segreto – il cui testo sarebbe stato pubblicato di lì a poco. In quell’occasione, per l’omelia Giovanni Paolo II scelse di commentare il brano dell’Apocalisse che descrive la lotta fra la Donna vestita di sole e il Dragone infernale (Ap 12). Ecco, credo che questa sia la corretta interpretazione del terzo segreto di Fatima.

San Giovanni infatti, alla luce della parola di Dio e con la diretta illuminazione del cielo, ha svelato il senso degli avvenimenti del suo tempo – cioè la grande persecuzione che si stava abbattendo contro la Chiesa da parte dell’Impero Romano – inserendoli nel quadro del grande combattimento escatologico fra le forze del Bene – cioè Cristo vincitore del male e della morte, e Maria al suo fianco in quanto Corredentrice e Regina – e l’impero delle Tenebre. Come ha fatto San Giovanni, occorre inserire in questa prospettiva escatologica i contenuti dei segreti di Fatima, altrimenti se ne perde il vero significato. Certo, questo conflitto, che precede la venuta di Cristo nella Gloria, ha già comunque la sentenza finale che è la vittoria del Risorto e il Giudizio finale, di cui parla l’Apocalisse di cui parla anche Gesù Cristo nei Vangeli: alla fine dei tempi, il Diavolo e le bestie, e tutti i loro seguaci verranno gettati nello stagno di fuoco e di zolfo, con tutti i malvagi. In questa prospettiva, Maria, profetessa degli ultimi tempi, ci svela il combattimento che è in atto, affinché ne siamo coscienti e attivi protagonisti.
In questo disvelamento del piano satanico, Maria offre indicazioni storiche concrete, che nel tempo acquistano sempre più forza a mano a mano che si realizzano. Dinnanzi alla predizione del comunismo, negli anni Trenta molti ebbero a lamentare l’assenza di una profezia sul Nazismo. Eppure abbiamo visto quanto è successo: il Nazismo è stato spazzato via in pochi anni, mentre il Comunismo si è diffuso nel mondo, impregnando l’umanità di una visione atea e materialistica. Quindi la Madonna aveva ragione a puntare il dito sul comunismo sovietico, che ha prodotto conseguenze più nefaste e perduranti, provocando oltre cento milioni di morti.
Mentre la Madonna esorta a guardarsi dallo scatenamento diabolico, al tempo stesso assicura che il Suo Cuore Immacolato trionferà. Questa è la grande luce che illumina il terzo segreto di Fatima: il combattimento escatologico viene rivelato in tutta la sua drammaticità, ma ci viene altresì ricordato che la vittoria finale è (già) di Dio.
Il sangue dei martiri, di cui si parla nel testo che abbiamo appena letto, è quello che Dio chiede alla Chiesa perché si salvino la anime dall’Inferno, quindi la persecuzione alla Chiesa, come la persecuzione di Cristo, è una persecuzione redentrice ed è permessa da Dio per salvare le anime. Il sangue dei martiri è dunque al chiave per comprendere il terzo segreto, poiché in virtù di questo sangue fedele la Madonna ferma la spada di fuoco dell’Angelo e il mondo evita il castigo divino, non intesa come arbitraria punizione del Cielo, bensì come l’autodistruzione che l’umanità impenitente infligge a se stessa.

Tornando alla promessa del trionfo del Cuore Immacolato di Maria, da più parti si lamenta il fatto che, crollato il comunismo e tornata la fede in Russia, di tale trionfo non se ne scorge traccia. A questi io ribatto che il crollo del Comunismo sovietico è una grandissima vittoria della Madonna, come pure lo è il fatto che il mondo sia sopravvissuto fino a oggi. Questi sono indizi del trionfo del Cuore Immacolato di Maria che va compiendosi nella storia.
In merito, da più parti a un certo punto si obiettò che non si poteva certo scorgere un tale trionfo fintanto che nel mondo c’erano delitti, guerre e malvagità. A questi Suor Lucia rispondeva così:
“Dopo tutto questo (cioè dopo la consacrazione della Russia alla Madonna, fatta da Giovanni Paolo II il 25 marzo 1984, NdA) ci sono ancora ciechi che non vedono o non vogliono vedere e dicono: ma ci sono ancora guerre nel mondo e la Madonna ha promesso la pace. Sì, la Madonna ha promesso la pace riguardo alle guerre promosse in tutto il mondo dal comunismo ateo, ma non riguardo alle guerre civili che sempre si furono e sempre ci saranno fino a quando Dio non trasformerà questo mondo – come disse Gesù Cristo – in una nuova terra e un nuovo cielo. Ma questo giorno non è ancora arrivato, sarà quando Dio lo avrà stabilito, nei piani della sua immensa misericordia. Ed è a riguardo di queste guerre (quelle promosse dal comunismo ateo, NdA) che la Signora dice che il suo Cuore Immacolato trionferà. Vedo nel messaggio come una preparazione per liberare il popolo di Dio dalla maggiore eresia apparsa nel mondo (il comunismo, NdR) e liberarlo dal pericolo di una guerra nucleare che avrebbe distrutto gran parte dell’opera creatrice e redentrice di Dio: il suo popolo scelto per la vita eterna”.

Credo che Suor Lucia, benché fosse reclusa nel Carmelo, sapesse leggere la storia molto meglio di tanti analisti di politica internazionale. Chi un po’ conosce la storia sa benissimo che tutti gli sconvolgimenti politici sono avvenuti con massacri immani. Bene, quando è crollato il Comunismo sovietico – un impero che controllava mezzo mondo, che aveva armi nucleari da distruggere tutta la terra, che sembrava immortale – esso è caduto come sono cadute le mura di Gerico al suono della tromba, senza che si scatenasse quel terzo conflitto mondiale che ovunque si temeva.

Non dobbiamo dunque avere paura: la Madonna conosce il cuore dell’uomo e sa quello che si prepara per l’umanità, occorre solo fidarsi. Alla luce di quello che è veramente il cuore del messaggio di Fatima, dobbiamo sentirci richiamati senz’altro all’urgenza della conversione di ogni giorno, alla preoccupazione sincera per quello che è il nostro futuro, ma al tempo stesso siamo esortati a confidare sempre con grande speranza in Maria che intercede per noi.