Interrogato su come fosse nato il suo profondo amore per la Madre di Dio, San Giovanni Paolo II (1920-2005) rispose: “Ricordo di un piccolo libro con la copertina celeste, da dove è iniziata la mia devozione a Maria. Si chiamava “Trattato della vera devozione a Maria”. Un libro, quello citato da Papa Wojtyla, capace di segnare così profondamente la spiritualità del pontefice polacco al punto da condurlo a scegliere, come motto del proprio pontificato, l’espressione Totus tuus (“Tutto tuo”) che in maniera essenziale e sintetica racchiude il cuore della consacrazione a Gesù per Maria.

Partiamo dunque dal Trattato della vera devozione a Maria, per presentare quella che non è soltanto una pia pratica devozionale, bensì una scelta di impegno e di fede con la quale il credente decide di appartenere interamente a Gesù attraverso la Vergine Maria, in vista della propria santificazione personale ma altresì per contribuire significativamente all’edificazione del Regno di Dio nell’attesa del ritorno glorioso di Cristo, alla fine dei tempi.

L’opera, risalente al 1712, è stata scritta da San Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716): nato appunto a Montfort, in Bretagna (Francia), il 31 gennaio 1673, Luigi Maria fu ordinato sacerdote nel 1700 e morì il 28 aprile 1716.
Il Trattato della vera devozione a Maria, benché risalente a oltre tre secoli fa, è stato pubblicato soltanto nel 1842, dopo esser rimasto sepolto nel silenzio di un baule per oltre un secolo. Cosa, questa, che era stata prevista dall’autore, come riportato nell’opera stessa:

Prevedo che molte bestie frementi verranno infuriate per dilaniare con i loro denti diabolici questo piccolo scritto e colui del quale lo Spirito Santo si è servito per scriverlo, o almeno per avvolgerlo nell’oscurità e nel silenzio di un baule, perché non sia pubblicato. Assaliranno e perseguiteranno anche quelli che lo leggeranno e lo metteranno in pratica. Ma non importa! tanto meglio! Questa visione mi incoraggia e mi fa sperare un grande successo (III, 114).

In effetti la profezia si avverò pienamente: non solo il testo scomparve per oltre un secolo – per riapparire poco prima delle apparizioni mariane di La Salette (1846) – ma, una volta pubblicato, ebbe in effetti un grande successo, con una rapidissima diffusione internazionale e oltre 300 edizioni nel mondo, in 30 lingue, fino a oggi.

Perché il demonio avrebbe riservato un simile accanimento contro tale opera? Perché il cuore della consacrazione consiste nel rinnovo delle promesse battesimali del fedele, compiendo il quale si ribadisce in maniera adulta e consapevole l’impegno – assunto tramite genitori, padrini e madrine, quando si era bambini – ad appartenere completamente a Gesù per sottrarsi alla schiavitù del peccato e del Maligno, come riporta il Trattato:

Ho detto che questa devozione può benissimo essere chiamata una perfetta rinnovazione dei voti o promesse del santo battesimo. Perché ogni cristiano, prima del battesimo, era schiavo del demonio, perché gli apparteneva. Egli, nel battesimo, (…) ha rinunciato solennemente a Satana, alle sue seduzioni e alle sue opere, e ha scelto Gesù Cristo per suo Padrone e sovrano Signore (…). Anzi si fa qualcosa di più, perché nel battesimo si parla per mezzo del padrino e della madrina; ma in questa devozione ciò avviene da sé stessi, volontariamente, con cognizione di causa (IV, 126).

Per non aver dubbi sulla pervasività dell’azione del demonio, oltre al Vangelo – laddove Gesù definisce il diavolo “omicida fin da principio (…) menzognero e padre della menzogna” (Gv 8, 44) –, è bene aver presenti i moniti che la Regina della Pace, a Medjugorje, ha dato in numerosi messaggi, tra i quali credo sia bene citarne uno:

Dovete sapere che Satana esiste. Egli un giorno si è presentato davanti al trono di Dio e ha chiesto il permesso di tentare la Chiesa per un certo periodo con l’intenzione di distruggerla. Dio ha permesso a Satana di mettere la Chiesa alla prova per un secolo ma ha aggiunto: “Non la distruggerai!”. Questo secolo in cui vivete è sotto il potere di Satana ma, quando saranno realizzati i segreti che vi sono stati affidati, il suo potere verrà infranto. Già ora egli comincia a perdere il suo potere e perciò è diventato ancora più aggressivo: distrugge i matrimoni, solleva discordie anche tra le anime consacrate, causa ossessioni, provoca omicidi (messaggio del 14/04/1982).

In questo contesto di prova della fede e di scatenamento satanico, ci troviamo noi oggi, mentre progrediamo speditamente verso il tempo dei dieci segreti di Medjugorje, che saranno il preludio del trionfo del Cuore Immacolato di Maria, già promesso nelle apparizioni di Fatima (1917): “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà (…) e sarà concesso al mondo un periodo di pace” (seconda parte del Segreto).

Ora, quale rimedio indica la Madonna dinanzi all’infuriare dell’assalto delle potenze delle tenebre? A mio parere, lo svela un messaggio molto significativo, dato a Medjugorje all’inizio di questo terzo millennio:

Cari figli! Io vi ho voluti qui questa sera in modo speciale. In modo speciale ora che Satana è libero dalle catene, io vi invito a consacrarvi al mio Cuore e al Cuore di mio Figlio. In modo speciale ora, cari figli miei, io vi invito ad essermi vicino. Io vi benedico tutti con la mia benedizione materna. Andate in pace, cari figli miei (messaggio del 1° gennaio 2001).

Credo che l’invito, sopra riportato, a consacrarci al Cuore di Maria e al Cuore di Gesù indichi esattamente la consacrazione montfortana “a Gesù per Maria”, così come essa è insegnata nel Trattato. Così si spiegherebbe perché il demonio avrebbe fatto di tutto per far sparire l’opera del Montfort: perché in essa è contenuto un segreto capace di incidere profondamente sul cammino di santità del singolo fedele – quotidianamente impegnato a sostenere la “buona battaglia” contro il Male – e sulle sorti della storia della salvezza. Come? Fornendo, tramite la consacrazione, le armi spirituali necessarie per respingere gli assalti del Maligno, affrettando così il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, cioè la vittoria della Donna vestita di Sole sul Dragone infernale (cfr. Ap 12).

Perché la scelta di consacrarsi a Gesù “deve” passare attraverso la Vergine Maria? Lo spiega chiaramente il Montfort, in un paragrafo molto intenso del suo Trattato:

(…) essendo la via per la quale Gesù Cristo è venuto a noi la prima volta, (Maria) lo sarà ancora quando verrà la seconda (…) specialmente in questi ultimi tempi, poiché il diavolo, ben sapendo che gli rimane poco tempo, e molto meno che mai, per perdere le anime, raddoppia ogni giorno i suoi sforzi e i suoi combattimenti; susciterà presto crudeli persecuzioni e tenderà terribili insidie ai servi fedeli e ai veri figli di Maria, che egli vince più difficilmente degli altri (I, 50).

Gesù è entrato nella storia, nell’incarnazione, tramite la Vergine Maria, e ugualmente attraverso di Lei prepara la Sua seconda venuta, quella che – attraverso i due combattimenti escatologici descritti nell’Apocalisse (cfr. Ap 19, 11 – 20, 15) – sancirà la definitiva vittoria sul Maligno, nel ritorno glorioso di Cristo (parusia).
Consacrarsi a Gesù per Maria significa entrare dunque da protagonisti nella lotta spirituale che caratterizza gli “ultimi tempi”, cioè quelli che conducono al compimento della storia della salvezza. Non si può quindi ridurre la consacrazione raccomandata dal Montfort – e che egli definisce come la via più facile, breve, perfetta e sicura a Gesù, Sapienza incarnata (cfr. V, 168) – a mera pratica devozionale. Occorre invece prendere consapevolezza di quanto essa sia necessaria, sia dal punto di vista personale, sia da quello universale.

Per quanto concerne il personale cammino di santificazione di ogni cristiano, è attraverso Maria che il fedele riesce a conformarsi più perfettamente al Signore:

Poiché tutta la nostra perfezione consiste nell’essere conformi, uniti e consacrati a Gesù Cristo, (…) poiché Maria è la creatura più conforme a Gesù Cristo, ne segue che di tutte le devozioni quella che consacra e conforma di più un’anima a Nostro Signore è la devozione alla santissima Vergine (IV, 120).

Per quanto riguarda la storia della salvezza, la consacrazione porta il cristiano a svolgere un ruolo attivo e partecipe delle sorti della Chiesa e del mondo:

Il potere di Maria su tutti i diavoli risplenderà particolarmente negli ultimi tempi, quando Satana tenderà insidie al suo calcagno, cioè ai suoi umili schiavi. (…) Saranno veri apostoli degli ultimi tempi (…), saranno veri discepoli di Gesù Cristo. Avranno nella loro bocca la spada a doppio taglio della parola di Dio; porteranno il crocifisso nella mano destra, la corona del Rosario nella sinistra, i sacri nomi di Gesù e di Maria sul loro cuore (I, 54.58-59).

È chiaro che, così praticata e vissuta, la consacrazione assume preziosa valenza sociale, non solo in vista della preparazione agli “ultimi tempi” bensì anche per la quotidiana opera di compartecipazione dei fedeli all’edificazione odierna e quotidiana del Regno di Dio. Un Regno che, per affermarsi, ha appunto bisogno di testimoni autentici dell’Amore di Dio, capaci di far risplendere in tutta la loro potenza e il loro fascino le virtù cristiane attraverso questo percorso di avvicinamento a Gesù attraverso Maria.
Ciascuno si senta chiamato a fare la propria parte, ben sapendo che proprio la scelta del singolo per la consacrazione è un potente acceleratore della storia della salvezza, così come lo stesso Montfort ci ricorda:

Quando verrà questo tempo felice e questo secolo di Maria, in cui parecchie anime elette e ottenute dall’Altissimo per mezzo di Maria diventeranno copie viventi di Maria, per amare e glorificare Gesù Cristo? Questo tempo verrà solo quando si conoscerà e si praticherà la devozione che insegno (VII, 217).

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana