Il 20 febbraio la Chiesa festeggia i due santi fratellini Francesco e Giacinta Marto, conosciuti come i “pastorelli di Fatima”, ai quali apparve la Vergine Maria a Fatima, precisamente alla Cova di Riva, assieme alla cuginetta Lucia, la più grande dei tre e la sola a parlare e a rispondere alla Madonna.

Il 13 maggio 1917 apparendo la prima volta, la Vergine Maria domanda ai fanciulli: “Volete offrirvi a Dio per sopportare tutti i dolori che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori”?

Al con il quale Lucia risponde con grande coraggio e responsabilità, la Vergine risponde: “Bene, dovrete soffrire molto, ma la grazia di Dio sarà il vostro conforto.” I tre pastorelli hanno abbracciato il sì detto alla Madonna, offrendo la loro vita in espiazione dei peccati in cui l’umanità intera sincorreva, e nella loro purezza di cuore, hanno saputo cogliere con gioia ogni piccola mortificazione per consolare i Cuori di Gesù e di Maria.

Nella terza apparizione del 13 luglio, la Vergine mostra ai bambini l’inferno dove vanno a finire molte anime per le quali nessuno prega. Per salvare i peccatori, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Cuore Immacolato; se si darà ascolto a queste parole verrà la pace e la guerra finirà, ma se non si cessa di offendere Dio ne verrà un’altra peggiore, ciò che è accaduto con lo scoppio della Seconda guerra mondiale.

La visione dell’inferno si imprime in Giacinta al punto di non riuscire a pensare ad altro e da escogitare diversi modi per fare penitenza, poiché aveva capito che ogni suo sacrificio poteva aiutare qualche peccatore a convertirsi. Ella aveva preso sul serio il messaggio di Maria, imparando che mediante la sofferenza offerta, si possono salvare le anime dall’inferno, il quale – come insegna la Chiesa – esiste ed è eterno.

Francesco ha una sensibilità diversa: fa sacrifici come ha chiesto la Vergine, ma per consolare Gesù sofferente per ogni peccatore che si perde. Nel suo cuore tale desiderio era molto forte, tanto che era solito ritirarsi per restare in chiesa “vicino a Gesù” e per pregare il Rosario. Quando lo chiamavano per giocare dicendogli che avrebbero pregato dopo tutti e tre assieme, lui ricordava a Lucia “Prego anche dopo. Non ti ricordi che la Madonna ha detto che devo recitare molti Rosari?”.

Ciascuno dei due fratellini era chiamato a vivere la sua missione: Giacinta prega e combatte come una guerriera per la conversione dei peccatori; mentre Francesco prega e contempla consolando Gesù. Nelle “Memorie” scritte da Lucia, si legge più volte di come Francesco, in situazioni difficili, ricordi o incoraggi Giacinta e Lucia a offrire qualche particolare sacrificio o sofferenza con l’intenzione di riparare ai peccati con cui Dio è offeso e per la conversione dei peccatori. Così incoraggia Lucia avversata dalla famiglia e da chi non credeva alle Apparizioni: “Lascia perdere! Non ha forse detto la Madonna che avremmo sofferto molto, per offrire riparazione al Signore e al Suo Cuore Immacolato? Sono così tristi! Se con queste sofferenze potessimo consolarLi, dobbiamo già esserne contenti”.

La Madonna chiese poi la Comunione riparatrice nei primi sabati del mese. Stabilire questa devozione nel mondo, rientrava nella missione celeste affidata a Lucia, ma sia Francesco che Giacinta, in virtù della comunione dei Santi, hanno aiutato la cugina nel suo compito: prima in terra, facendosi docili strumenti nelle mani di Dio; poi in Cielo, con la loro potente intercessione.

Prendiamo esempio dai pastorelli di Fatima che hanno amato la Vergine come vera mamma che soffre vedendo i suoi figli perdersi, rispondendo con fedeltà e generosità agli appelli con digiuni e penitenze nonostante la giovane età, senza risparmiarsi e dando tutto con amore, poiché sono “i puri di cuore che vedranno Dio”. Facciamo nostro l’invito della Vergine Maria: preghiamo il Rosario ogni giorno; collaboriamo come Suoi figli in questi tempi di buio e di confusione; amiamo Gesù presente per noi nell’Eucarestia e consoliamoLi perché soli.