Nel cammino quaresimale verso la Pasqua cogliamo questo tempo di silenzio, di preghiera e di digiuno che ci viene offerto per preparare il nostro cuore alla Risurrezione di Gesù.
Il Signore non smette di mostrarsi e di rivelarsi, sta a noi metterci nelle giuste disposizioni, per poterlo riconoscere e accogliere con la Sua grazia.

Ma in che modo possiamo dire che è presente in mezzo a noi?
Anzitutto credendo a quanto Lui stesso ci ha lasciato detto, “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20); ancora quando leggiamo “preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me” (Lc 22, 19).

Il Signore ci ha lasciato tutti gli strumenti per giungere a Lui, e in questo la Santa Chiesa ci guida, indicandoci la via e dove Egli è realmente presente, ovvero nel Santissimo Sacramento.
Il Figlio di Dio ha dato tutto sé stesso, incarnandosi e rimanendo in mezzo a noi nell’Eucaristia, e ci rinnova l’invito dell’Ultima Cena ad ogni Messa. Per poter entrare più profondamente in questo mistero e giungere a una comunione più profonda con il Signore, siamo invitati a metterci ai suoi piedi e sostare dinanzi a Lui.

Noi Sorelline in comunità viviamo come nucleo centrale della nostra spiritualità l’incontro con Gesù nell’Eucarestia a partire dalla Messa quotidiana, nell’orazione dinanzi a Lui e nell’Adorazione Eucaristica. Abbiamo dunque la grazia di poter “dimorare” alla Sua presenza e ciò ci ha portato ad avere la possibilità di sperimentare la bellezza e l’efficacia della preghiera notturna.
Infatti, sin dal primo anno di vita comunitaria (2020), in seguito a una prima veglia fatta mentre altri giovani “festeggiavano” la notte di Halloween, abbiamo cominciato anche la preghiera notturna. Viviamo questo momento con alcuni istanti di silenzio, leggendo i capitoli 13-18 del Vangelo di Giovanni e recitando la Coroncina della Divina Misericordia.

In questi istanti così personali il Signore desidera che noi ci fermiamo e che stiamo lì con Lui, con le nostre fragilità, incapacità, debolezze, riconoscendoci bisognosi aprendo i nostri cuori a Lui che solo può operare meraviglie, come leggiamo nel libro In Sinu Jesu.

Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». […] Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole» (Mt 26,38-41). Facciamo nostro questo invito rispondendo in modo semplice, con la fede dei piccoli, degli ultimi, attraverso un amore fedele, e lasciamo che il Signore operi nei nostri cuori e nelle nostre vite.

Il Signore agisce nelle nostre vite silenziosamente, in modo discreto attraverso quelle opere che nemmeno noi alle volte, in un primo momento, siamo capaci di riconoscere, o che agli occhi del mondo sembrano insignificanti. Nel Vangelo comprendiamo che Gesù in un primo momento non sembrava capito neanche dai suoi discepoli. Rendiamoci dunque docili, abbandonati a Lui che è il Buon Pastore, così che possa guidarci e condurci in questo tempo di preparazione alla Santa Pasqua, chiedendogli di redimere la nostra persona e la nostra vita.